Dar tempo… al tempo

Di Luciano Pace.

Settimana scorsa ho vissuto una piacevole gita scolastica a Vienna. Davvero un’ottima gita: tutto si è svolto con serenità, rilassatezza e allegria. Ripensando a ciò che ho vissuto, mi domando se il suo senso stia in ciò che abbiamo visto e compiuto. Sono solo le esperienze che definiscono il senso di ciò che viviamo? Beh, se così fosse, non sarebbe possibile vivere esperienze di cui non si coglie il senso. Invece, pensiamo a quante volte esperiamo ciò che non riusciamo a comprendere! Un esempio accade quasi quotidianamente a scuola, quando l’attività di studio è percepita dagli studenti come insensata. “Professore, che senso ha questo studio della storia, della matematica, della religione?”.

La gita appena terminata mi riconferma la certezza per cui non è il semplice esperire qualcosa che conferisce senso all’esistenza. Non basta vedere un magnifico palazzo (il Belvedere), un duomo sontuoso in stile Gotico, o il quadro “Il bacio” di Klimt. Occorre anche fare attenzione a ciò che si sperimenta e rifletterci sopra. Per riflettere, poi, è necessario conversare con gli altri, aprirsi al confronto e alla comunicazione. Questo confronto può essere tanto più proficuo quanto più avviene in un clima di fraternità che facilita il dialogo autentico su ciò che sta a cuore.

Ripensando a settimana scorsa, quindi, non posso fare altro che ricordare (che letteralmente significa “ri-dare-il-cuore”) alle conversazioni vissute in particolare con i colleghi con i quali abbiamo condiviso la responsabilità della gita. In tutte le interessanti conversazioni avute con loro, emerge in particolare un elemento significativo: il valore del tempo e del dare importanza al tempo. Dopo aver passato quattro giorni a canzonare simpaticamente il collega di Fotografia per la presunta quantità di denaro che possiede, proprio da lui ci è stata ribadita più volte questa verità: bisogna impiegare bene il proprio tempo. Infatti, il tempo non è denaro! Al contrario, è esso stesso la nostra ricchezza, il vero tesoro che non va sprecato.

Pensiamo a quante volte sprechiamo questo prezioso bene in attività che non ci procurano soddisfazione e gioia. Forse il segreto delle nostre esistenze consiste proprio in questo: imparare a impiegare con senno il nostro tempo, perché anche un viaggio d’istruzione potrebbe essere sprecato a osservare ciò a cui non si è disposti a fare attenzione. Non basta la vista fisica per godere della bellezza: l’estetica non dipende solo dallo sguardo: occorre una vista più profonda, che vada oltre la superficie di ciò che semplicemente si vede. In questo senso, dare senso al tempo di una gita significa viaggiare con il cuore aperto e non solo deambulare fra una via e l’altra.

In questa direzione, l’esperienza della gita mi conferma ancora una volta che il tempo impiegato in buone conversazioni è un tempo mai sprecato. Se pensiamo alle possibili modalità di viaggio (turismo, emigrazione, pellegrinaggio, vagabondaggio, viaggi di lavoro, gite scolastiche, ecc.) nessuna di queste modalità del muoversi è un puro camminare fisico. Per viaggiare serve muoversi con la testa e con il cuore, disponibili a riflettere su ciò che sperimentiamo. Un insegnamento, questo, prezioso, contenuto anche in una citazione del libro che ho letto in gita, intitolato “La filosofia del Trono di spade”. In esso si riporta un bell’aforisma di un personaggio della saga (Tyrion Lannister) secondo cui chi non legge alcun libro vive una vita sola. Chi, invece, ne legge molti, vive molte vite prima di morire nell’unica che gli è concessa.

Dare tempo… al tempo, quindi, ed in particolare al tempo per leggere: quella forma di silente conversazione in cui la mente viaggia senza necessità di muovere i piedi.

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