Un’opportunità preziosa

Nel proporre oggi a lezione un piccolo esercizio di riflessione sui significati assegnabili alla vita umana, uno studente di quinta dell’indirizzo informatico ha condiviso questo pensiero: “Se la vita fosse una condanna, ogni giorno sarebbe un’opportunità di redenzione“. Questo pensiero mi ha subito colpito positivamente. Provo a comunicare brevemente il perché.

Normalmente, ci viene più naturale pensare al concetto di condanna in maniera negativa. Non è forse vero che la nostra società fatica a credere che sia giusto condannare l’operato di chi sbaglia? Non è sempre più difficile concedere un valore di giustizia all’attività faticosa e delicata dell’assegnare le pene dovute? Quanti genitori, qualora lo facciano, riescono a non sentirsi in colpa nel castigare saggiamente i loro figli? A dirla tutta, spesso ho l’impressione che una delle ipocrisie più evidenti che contraddistinguono il nostro tempo sia proprio questa: da una parte aborriamo l’idea stessa di condanna (ed alcuni esprimono tale disappunto anche citando il “Non giudicate!” evangelico); dall’altra parte, però, si è pronti a mandare all’inferno sui social, senza colpo ferire, tutti coloro che hanno anche solo opinioni diverse dalle proprie.

In questo confuso, pazzo e subdolo contesto di senso che è la società dei consumi, l’acuto aforisma del mio studente ci ricorda che è possibile cercare di redimersi dal male per cui si è (anche da Dio alle volte) giustamente condannati e che questa possibilità di redenzione è un’opportunità preziosa. Inoltre, ci aiuta a far scricchiolare la superficialità di un modo di intendere incapace di distinguere la giusta condanna delle azioni malvagie dalla possibilità di redenzione per coloro che le hanno compiute. Questa redenzione avviene proprio mentre si scontano le proporzionate pene per il male commesso, non a prescindere da esse.

Soprattutto, fa risuonare una verità di fede che difficilmente viene percepita oggi con chiarezza: la verità secondo cui, nell’esercizio della Sua meravigliosa Misericordia, Dio non può disattendere il ripristino della Giustizia di cui è supremo Garante. Per chi ha fede in Cristo, simbolo sublime della concordia fra Giustizia e Misericordia divine è il sacrificio della croce: un sacrificio d’amore che redime noi peccatori, ed espia le colpe a cui dovremmo essere giustamente sottoposti a motivo del peccato di cui siamo – diciamolo senza veli di ipocrisia – tutti capaci ed esperti.

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