Consumismo del sesso

Il seguente brano antologico di Josef Pieper invita a fare attenzione al modo in cui la logica consumistica interpreta il valore della relazione sessuale. L’unione corporea fra l’uomo e la donna, che dovrebbe celebrare l’unione con la diversità di un’altra persona amata, diventa un modo ulteriore per appagare desideri egoistici. Questo conduce i partner a sentirsi del tutto estranei proprio nell’esperienza in cui dovrebbero sentirsi e percepirsi uniti nell’amore.

Quello che di veramente grave e inumano vi è nel consumismo del sesso separato dall’eros è proprio questo: tale consumismo annienta ciò che costituisce precisamente il senso dell’incontro di amore considerato nella totalità dell’esistenza umana: l’uscita dal proprio limite e dalla fissazione sull’io, per mezzo dell’unione con un’altra persona.

Il semplice partner del sesso non si presenta come un essere personale, come un “qualcuno” vivente, cioè, dotato di un volto umano con caratteristiche individuali. Uno studioso americano ha dato di questo fatto una formulazione azzeccata e spiritosa: per lo sguardo del playboy, la foglia di fico è stata semplicemente spostata in una parte diversa del corpo: essa nasconde ora il volto umano.

In effetti, contrariamente a quanto di solito si pensa, la persona che brama soltanto non vuole affatto “una donna”. È l’eros che vuole l’amato e l’essere insieme con lui. Il sesso, invece, cerca un neutro, qualcosa di materiale, una cosa, non cerca un “tu”, ma un “esso” impersonale, the thing in itself (ce lo assicurano concordi i partner del libro 1984 di Orwell); si vuole “venire al sodo qui” (come si dice in un romanzo di Heinrich Boll).

Si è parlato giustamente, quindi, del “carattere ingannevole” del semplice incontro sessuale. Per un istante, si profila veramente un’illusione di unione; ma, se manca l’amore, quest’unione apparente lascia i due estranei tra loro, ancor più lontani l’uno dall’altro di quanto già non fossero in antecedenza. Pertanto, non deve destare meraviglia il fatto che – “in una società che fa della sessualità il presupposto dell’amore e non dell’amore la condizione per il dono dell’unione coniugale” – la sessualità paradossalmente “divide più che congiungere” uomo e donna, “li lascia soli ed isolati proprio là dove essi credevano di trovarsi più al sicuro”.

La sorpresa e – possiamo anche dire – la delusione di questo paradosso, che è soltanto apparente, cresce ancor di più se il consumismo del sesso diviene un qualcosa di disponibile in ogni momento.

(Brano tratto da Josef Pieper, Sull’amore, Morcelliana).

Lascia un commento

Librologia

Articolo precedente

Sorpreso dalla gioia
Filmografia

Articolo successivo

Sapori e dissapori