La gioia dello studio

Queste sono alcune parole di papa Leone XIV durante l’omelia della Messa di ieri nella cripta di san Pietro: «First and foremost by giving [a] good example in our lives, with joy, living the joy of the Gospel, not discouraging others, but rather looking for ways to encourage young people to hear the voice of the Lord and to follow it and to serve in the Church. “I am the Good Shepherd”, he tells us».
C’è una gioia, quella del Vangelo, che può incoraggiare i giovani a seguire la voce del Signore e a servirlo nella Chiesa! Questo messaggio può essere accolto e fatto proprio anche da chi insegna Religione Cattolica. Potrebbe essere così declinato: c’è una gioia evangelica che si può sperimentare nello studio e nell’istruzione, capace di incoraggiare a servire il Signore nella Chiesa anche con la propria intelligenza, a favore di tutti i giovani che si incontrano in aula.
In un tempo in cui la scuola è percepita da molti giovani come un peso, come un carcere, come una fabbrica di voti, ecc., questa è la speranza che può animare chi insegna in aula a servizio della Chiesa: far percepire la speranza connessa alla gioia dell’imparare, alla bellezza e beatitudine di formare il proprio intelletto a servizio degli altri. C’è tanta gioia nell’esercizio dell’intelligenza! Ogni studente lo sperimenta quando si accorge che il suo intelletto funziona e può percepire che è molto meno stupido di quanto non gli si voglia far credere.